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 IL TESTAMENTO DEI DODICI PATRIARCHI PARTE 3

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filippo

filippo


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MessaggioTitolo: IL TESTAMENTO DEI DODICI PATRIARCHI PARTE 3   IL TESTAMENTO DEI DODICI PATRIARCHI PARTE 3 EmptyLun Mag 07, 2012 9:02 pm

TESTAMENTO DI ZABULONÉ SESTO FIGLIO DI GIACOBBE E DI LEA
I.
[1] Copia delle parole di Zabuloné che egli lasciò in testamento ai suoi figli, quando aveva
centoquattordici anni, due anni dopo la morte di Giuseppe.
[2] Disse loro: "Ascoltatemi, figli di Zabuloné fate attenzione alle parole di vostro padre.
[3] Io, Zabuloné nacqui come buon regalo per i miei genitori: quando infatti nacqui, mio padre
diventò ricchissimo in pecore e bovi; fu quando ebbe la sua parte con l'affare dei bastoni
variegati.
[4] Non ho coscienza d'aver peccato durante la mia vita, se non col pensiero.
5] Non ricordo di aver commesso peccato, se non quello che commisi per ignoranza contro
Giuseppe, quando fui fermo a consigliare ai miei fratelli di non raccontare a mio padre
l'accaduto.
[6] Ma piansi di nascosto per Giuseppe; infatti avevo paura dei miei fratelli, perché si erano
messi d'accordo che chi avesse svelato il segreto sarebbe stato ucciso.
[7] Ma quando vollero ucciderlo, li scongiurai piangendo a non commettere quel peccato.
II.
[1] Simeone e Gad andarono da Giuseppe per ucciderlo, ed egli disse loro:
[2]Abbiate pietà di me, fratelli miei, abbiate compassione delle viscere di Giacobbe, nostro
padre. Non alzate le vostre mani a versare sangue innocente, perché io non ho peccato contro
di voi.
[3] E se anche avessi peccato, rimproveratemi, fratelli miei, ma non alzate la vostra mano
contro di me, per amore di Giacobbe vostro padre.
[4] Quando ebbe detto queste parole, mi commossi, il mio fegato si versò e si gonfiò tutto
l'intimo delle mie viscere.
[5] Piansi con Giuseppe e il mio cuore batteva forte e tremavano tutte le giunture del mio
corpo. Non potevo più reggermi.
[6] Giuseppe, quando vide che piangevo insieme con lui e che quelli si facevano avanti per
ucciderlo, si rifugiò dietro di me scongiurandoli.
[7] Frattanto Ruben, alzatosi, disse: Suvvia, fratelli miei, non uccidiamolo, ma piuttosto
gettiamolo in una di queste cisterne secche, che i nostri padri hanno scavato, senza trovare
acqua.
[8] Per questo infatti il Signore ha impedito che ci venisse l'acqua, perché potessero essere di
salvezza a Giuseppe.
[9] E fecero così fino a quando lo vendettero agli ismaeliti.
III.
[1] Il prezzo della sua (vendita), figlioli miei, non lo toccai.
[2] Simeone, Gad e altri sei nostri fratelli, preso il denaro della sua (vendita), ci comprarono
calzari per sé, per le loro donne e per i loro figli, dicendo:
[3] Non mangiamo del prezzo della vendita, perché é prezzo del sangue del nostro fratello;
piuttosto calpestiamolo in ogni modo, perché aveva detto di regnare sopra di noi. Staremo a
vedere che vogliono dire i suoi sogni.
[4] Per questo sta scritto nella Legge di Mosé: Chiunque non voglia suscitare una discendenza
a suo fratello, gli si tolga un calzare e gli si sputi in faccia.
[5] I fratelli di Giuseppe non volevano la vita del loro fratello e il Signore tolse loro il calzare
che avevano portato contro il loro fratello Giuseppe.
[6] Infatti, quando giunsero in Egitto, i servi di Giuseppe tolsero loro i calzari fuori dalla porta,
e così si prostrarono davanti a Giuseppe, come si é soliti davanti al re faraone.
[7] Non soltanto si prostrarono davanti a lui, ma appena si furono inginocchiati davanti a lui,
furono coperti di sputi, e disonorati da parte degli egiziani,
[8] perché avevano sentito dire che cosa gli avevano fatto di male.
IV.
[1] Dopo che egli era già stato gettato nella cisterna, i miei fratelli si misero a sedere per
mangiare.
[2] Ma io, pieno di compassione per Giuseppe, non mangiai. Nemmeno Giuda mangiava con
loro, perché faceva la guardia alla cisterna: temeva che Simeone e Gad balzassero dentro per
ucciderlo.
[3] Vedendo che non mangiavo nemmeno io, mi dettero l'incarico di custodirlo finché non fosse
stato venduto.
[5] Giunto Ruben e sentito dire che (Giuseppe) era stato venduto durante la sua assenza,
stracciò la sua veste e si lamentò dicendo:Come potrò guardare il volto di mio padre
Giacobbe?.
[6] Preso il denaro, corse dietro ai mercanti, ma non trovò nessuno. Quelli avevano lasciato la
via grande, per fare una scorciatoia attraverso il territorio dei Trogloditi.
[7] Quel giorno non mangiò pane. Avvicinatosi a lui, Dan gli disse:
[8]Non piangere e non affliggerti; ho trovato che cosa diremo a nostro padre.
[9] Uccideremo un capretto e macchieremo il vestito di Giuseppe. Poi lo manderemo a
Giacobbe dicendo: Ä Riconosci se é il vestito di tuo figlio Ä.
[10] Infatti avevano tolto a Giuseppe il suo vestito, quando lo vendettero, e gliene avevano
messo un altro da schiavo.
[11] Il vestito l'aveva preso Simeone e non voleva darlo, perché avrebbe voluto ammazzarlo
con la spada ed era adirato per non averlo ucciso.
[12] Allora tutti insorgemmo a dirgli che, se non avesse dato il vestito, avremmo detto a
nostro padre che lui solo aveva commesso quel male in Israele.
[13] Così glielo dette e fecero come aveva proposto Dan
V.
[1] E ora, figlioli miei, vi ordino di osservare i comandamenti del Signore, di esercitare la
misericordia verso il prossimo e la compassione verso tutti, non solo verso gli uomini, ma
anche verso gli esseri senza ragione.
[2] Per questo il Signore mi benedisse. Tutti i miei fratelli si ammalarono e io solo scampai,
perché il Signore conosce l'intenzione di ognuno.
[3] Abbiate, dunque, la misericordia nelle vostre viscere, perché se (uno) fa qualcosa al suo
prossimo, il Signore si comporterà con lui allo stesso modo.
[4] Anche i figli dei miei fratelli si ammalarono e morirono a causa di Giuseppe, perché non
ebbero misericordia nelle loro viscere. I miei figli invece la scamparono senza ammalarsi, come
sapete.
[5] Quando fui nella terra di Canaané lungo il mare, io pescavo per Giacobbe, mio padre. E per
quanto a molti capitassero sventure sul mare, io restai senza danni.
VI.
[1] Io, dunque, fui il primo a fare una nave, per navigare sul mare, perché il Signore mi dette
sapienza e scienza di esso.
[2] Io gli adattai dietro un pezzo di legno e stesi una vela a un altro legno messo diritto nel
mezzo della nave.
[3] Con questa io passavo da una spiaggia all'altra, pescando pesci per la casa di mio padre,
fin quando non giungemmo in Egitto.
[7] Feci, dunque, il pescatore per cinque anni.
[8] D'estate pescavo e d'inverno facevo il pastore insieme coi miei fratelli.
VIII *.
[4] Quando arrivammo in Egitto, Giuseppe non ci serbò rancore.
[5] Anche voi, figlioli miei, tenete presente il suo esempio e amatevi gli uni gli altri; nessuno
tenga conto del male nei riguardi del fratello.
[6] Ché quest'atteggiamento divide l'unità e disperde ogni stirpe; turba l'anima e distrugge il
volto.
IX.
[1] Fate attenzione alle acque: quando procedono tutte insieme, trascinano pietre, legni, terra
e sabbia.
[2] Ma se si dividono in molti rami, la terra le assorbe e diventano insignificanti.
[3] Anche voi, se vi dividerete, sarete così.
[4] Non dividetevi, dunque, in due teste. Perché tutto ciò che ha fatto il Signore ha una sola
testa. Egli ha dato due spalle, due mani, due piedi, ma tutte quante le membra obbediscono
alla testa, che é una.
[5] Ho conosciuto nello scritto dei miei padri che vi dividerete in Israele, seguirete due regni
diversi; commetterete ogni abominazione, adorerete ogni idolo.
[6] Così i vostri nemici vi porteranno via prigionieri, e dimorerete fra i popoli con molte
malattie e tribolazioni.
[7] Dopo di ciò, ricordandovi del Signore, vi pentirete. Egli vi ricondurrà in patria, perché é
misericordioso e compassionevole. Non tiene conto del male contro i figli degli uomini, perché
sono carne e sono ingannati nelle loro azioni malvagie.
[8] Dopo di ciò, sorgerà per voi il Signore stesso, luce di giustizia. Ritornerete alla vostra terra
e Lo vedrete in Gerusalemme attraverso il Suo nome santo.
[9] Ma di nuovo con la malvagità delle vostre opere Lo irriterete. Da Lui sarete rigettati fino al
tempo della fine.
X.
[1] E ora, figlioli miei, non vi addolorate, perché sto morendo; né vi abbattete, perché sono
alla fine.
[2] Io risorgerò di nuovo in mezzo a voi, come un capo in mezzo ai suoi figli; gioirò in mezzo
alla mia tribù, a quanti avranno osservato la Legge del Signore e i comandamenti di Zabuloné
loro padre.
[3] Contro gli empi il Signore scaglierà il fuoco eterno e li distruggerà per sempre.
[4] Io ora mi affretto verso il mio riposo, come i miei padri.
[5] Voi temete il Signore, Dio nostro, con tutta la vostra forza, per tutti i giorni della vostra
vita".
[6] Detto ciò, si addormentò di un sonno bello. I suoi figli lo posero in un sarcofago. Poi lo
portarono a Hebroné dove lo seppellirono insieme coi suoi padri.

TESTAMENTO DI DANÉ SETTIMO FIGLIO DI GIACOBBE E DI BALLA
I.
[1] Copia delle parole di Dané che disse ai suoi figli all'estremo dei suoi giorni, all'età di
centoventicinque anni.
[2] Chiamò la sua famiglia intorno a sé e disse: "Ascoltate, figli di Dané le mie parole, fate
attenzione alle parole di vostro padre.
[3] Io ho provato nel mio cuore e in tutta la mia vita che la verità accompagnata da giustizia di
opere é cosa bella e cara a Dio e che la menzogna e l'ira sono cose cattive, perché insegnano
all'uomo ogni malvagità.
[4] Oggi vi confesso, figlioli miei, che nel mio cuore io decisi la morte di Giuseppe, uomo buono
e veritiero.
[5] Gioii della sua vendita, perché il padre lo amava più di noi.
[6] Infatti lo spirito dell'invidia e della vanagloria mi diceva:Anche tu sei suo figlio.
[7] E uno degli spiriti di Beliar mi aiutava dicendo: Prendi la spada e con questa uccidi
Giuseppe; così, una volta morto, il padre amerà te.
[8] Quello che mi persuadeva così era lo spirito dell'ira. Come un leopardo succhia un capretto,
così (l'ira) mi aveva messo dentro di succhiare Giuseppe.
[9] Ma il Dio dei miei padri non permise che cadesse nelle mie mani, perché lo trovassi solo e
lo uccidessi, facendo così scomparire il secondo scettro di Israele.
II.
[1] E ora, figlioli miei, ecco io sto morendo e in verità vi dico che, se non vi guarderete dallo
spirito della menzogna e dell'ira, e non amerete la verità e la longanimità, perirete.
[2] L'ira infatti é un accecamento e non lascia guardare il volto di nessuno secondo verità.
[3] Che si tratti del padre o della madre, essa si rivolge loro come a nemici; se é un fratello,
non lo riconosce; se é un profeta del Signore, non presta ascolto; se é un giusto, non ci bada;
se é un amico, non lo riconosce.
[4] Perché lo spirito dell'ira getta intorno a lui la rete dell'inganno, accieca i suoi occhi,
attraverso la menzogna ottenebra la sua mente e gli dà il suo modo di vedere le cose.
[5] Con che cosa irretisce i suoi occhi? Con l'odio del cuore contro i suoi fratelli accompagnato
dall'invidia.
III.
[1] L'ira infatti é cattiva, figlioli miei, così da diventare anima per l'anima.
[2] Essa fa suo il corpo dell'irato, ne signoreggia l'anima e dà al corpo forza per commettere
ogni trasgressione.
[3] E quando il corpo ha fatto tutto ciò, anche la sua anima giustifica ciò che ha commesso,
perché non vede rettamente.
[4] Per questo l'irato, se ha la capacità, ha nell'animo una forza triplice: una gli viene dall'aiuto
dei suoi sottoposti, una seconda dalla ricchezza, (con la quale) convince e si impone
ingiustamente [su di lui], in terzo luogo, ha la forza naturale, con la quale perpetra il male.
[5] Se poi colui che é adirato é debole, ha una forza doppia accanto a quella naturale; l'ira gli
viene in aiuto in ogni occasione con la trasgressione.
[6] Questo spirito insieme con la menzogna procede sempre dalla destra di Satana, cosicché le
sue azioni sono nella crudeltà e nella menzogna.
IV.
[1] Riconoscete, dunque, la potenza dell'ira, che é vana.
[2] Prima eccita attraverso la parola; poi rende forte l'adirato attraverso le opere, turba la sua
volontà con l'amarezza di ciò che perde, e così tiene desta la sua anima con grande ira.
[3] Quando uno parla contro di voi, voi non lasciatevi muovere all'ira e se uno vi loda dicendo
che siete santi, non vi inorgoglite. Non lasciatevi trasportare né alla gioia né all'amarezza.
[4] Per prima cosa infatti (l'ira) accarezza l'udito e così spinge la mente a pensare a qualcosa
di irritante; poi, quando uno é adirato, pensa che sia giusto adirarsi.
[5] Se vi capita qualche danno o perdita, figlioli, non agitatevi, perché é proprio questo spirito
che fa sì che desideriate ciò che avete perso, affinché attraverso il desiderio cadiate nell'ira.
[6] E se qualcuno, volontariamente o involontariamente, vi provoca un danno, non vi
addolorate; é dal dolore infatti che nasce l'ira insieme con la menzogna.
[7] L'ira insieme con la menzogna é un male dalla doppia faccia, e si uniscono insieme per
turbare il cuore. Quando poi un'anima é turbata in continuazione, il Signore si allontana da lei
e la signoreggia Beliar.
V.
[1] Osservate, dunque, figlioli miei, il comandamento del signore. Osservate la Sua legge.
State lontani dall'ira, odiate la menzogna affinché il Signore abiti in voi e fugga da voi Beliar.
[2] Parlate la verità ciascuno col suo prossimo, e non cadrete nell'ira e nei turbamenti, ma
starete in pace e avrete il Dio della pace, né alcuna guerra vi vincerà.
[3] Amate il Signore in tutta la vostra vita e fra di voi con cuore sincero.
[4] Io so che negli ultimi giorni abbandonerete il Signore, vi adirerete contro Levi, vi
schiererete contro Giuda, ma non li potrete sopraffare, perché un angelo del Signore li guida
entrambi, ché é su di essi che poggerà Israele.
[5] Quando vi allontanerete dal Signore, procedendo in ogni malvagità, commetterete le
abominazioni delle genti, fornicando con donne di "senza legge". In ogni azione malvagia
agiranno in voi gli spiriti dell'errore.
[6] Lessi infatti nel libro di Enoc il Giusto che il vostro principe é Satana e che gli spiriti della
malvagità e della superbia saranno a disposizione dei figli di Levi, per farli peccare davanti al
Signore.
[7] I miei figli si avvicineranno a Levi e peccheranno insieme a loro in tutto, mentre i figli di
Giuda, pieni di avidità, rapiranno i beni altrui come leoni.
[8] Per questo sarete condotti [con loro] in prigionia e lì riceverete tutti i colpi dell'Egitto,
sarete oggetto di tutta la malvagità delle genti.
[9] Così, ritornati al Signore, troverete misericordia; vi condurrà al Suo santuario e vi darà la
pace.
[10] Sorgerà per voi dalla tribù [di Giuda e] di Levi la salvezza del Signore. Sarà lui stesso
infatti che farà guerra a Beliar, farà vendetta eterna dei vostri nemici.
[11] Libererà i prigionieri dalle mani di Beliar, [cioé le anime dei santi,] rivolgerà i cuori infedeli
verso il Signore; darà a coloro che lo invocano la pace eterna.
[12] Riposeranno nell'Edem i santi e della nuova Gerusalemme gioiranno i giusti, [questa é la
gloria eterna di Dio].
[13] Mai più Gerusalemme subirà devastazione, né Israele sarà condotto in schiavitù, perché il
Signore starà in mezzo di essa [vivendo con gli uomini]. Il Santo in Israele regnerà su di essa
[in umiltà e in povertà e chi crede in lui regnerà in verità nei cieli].
VI.
[1] E ora temete il Signore, figlioli miei, e guardatevi da Satana e dai suoi spiriti.
[2] Avvicinatevi a Dio e all'angelo che intercede per voi, perché é mediatore fra Dio e gli
uomini e per la pace di Israele si ergerà di fronte al regno del nemico.
[3] Per questo il nemico cerca di far inciampare tutti coloro che invocano il Signore.
[4] Egli sa infatti che il giorno in cui Israele si convertirà, il regno del nemico sarà annientato.
[5] E' infatti lo stesso angelo della pace che dà forza a Israele, perché non precipiti nell'ultimo
dei mali.
[6] Durante il tempo in cui Israele trasgredirà la Legge, il Signore si allontanerà da loro
e li tramuterà in un popolo che cerca la sua volontà, cosicché nessun angelo sarà pari ad esso.
[7] Il suo nome sarà Israele dappertutto, [anche tra i pagani].
[8] Guardatevi, dunque, figlioli miei, da ogni opera malvagia rigettate da voi l'ira e la
menzogna, amate la verità e la longanimità.
[9] Tutto ciò che avete ascoltato da vostro padre, trasmettetelo anche ai vostri figli, [affinché
vi accolga il Salvatore delle genti: egli infatti é veritiero e longanime, mite ed umile e insegna
con le opere la Legge del Signore].
[10] State, dunque, lontani da tutta l'ingiustizia e aderite alla giustizia di Dio; così la nostra
stirpe sarà salva per sempre.
[11] Seppellitemi vicino ai miei padri".
VII.
[1] Detto questo, li baciò e si addormentò di un bel sonno.
[2] I suoi figli lo seppellirono e dopo riportarono in patria le sue ossa dove
erano Abramo, Isacco e Giacobbe.
[3] [Ma Dan aveva profetizzato loro che si sarebbero dimenticati del loro Dio e che sarebbero
stati privati della terra della loro eredità, della stirpe d'Israele e della famiglia del loro seme].

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